Cenni storici

 

In riguardo al significato del "buttafuori" come "persona posta al controllo di un'entrata", le prime tracce di tale attività la si ritrova nei miti mesopotamici (e in seguito nei miti greci), tra cui quello collegato alla figura di Nergal, il re dell’oltretomba per cui si dovevano superare i sette posti alla guardia alle porte degl inferi.

Ai tempi dei Romani esisteva una figura simile, l'ostiario, era all'inizio uno schiavo o persona di rango inferiore a cui si dava il compito di "custodire un'entrata e cacciare dall'abitazione chi non era gradito". Il termine continuò a essere in vigore delineando però il chierico che aveva ricevuto l'ostiariato, cioè il primo degli ordini minori. Prevedeva il compito di aprire e chiudere le porte della chiesa e di custodirla.

Tito Maccio Plauto, nella sua commedia Bacchidi (scritto verso la metà del III secolo A.C.), menziona una figura simile al moderno buttafuori. Fu sempre in ambito teatrale, seppur in età moderna, che il vocabolo "buttafuori" venne coniato in lingua italiana.

CARATTERISTICHE DELL'ATTIVITA'

Generalmente essi esplicitano la loro attività relativamente al mantenimento dell'ordine dei locali aperti al pubblico presso il quale operano, all'allontanamento di persone fastidiose e/o moleste, (donde il termine) al rilevamento della presenza di sostanze illecite od oggetti proibiti nonché di qualsiasi altro materiale che possa essere pericoloso per la pubblica incolumità o la salute delle persone e, quindi, destinate a una determinata fascia di utenti, caratterizzata per fasce d’età e/o modelli comportamentali richiesti in particolari circostanze.

Generalmente, le funzioni di controllo che svolgono possono essere raggruppate in tre specifiche tipologie: controlli preliminari, accesso e deflusso del pubblico, controlli all’interno del locale.